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NESSUNA VERITA'
(BODY OF LIES)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 1 dicembre 2008
 
di Ridley Scott, con Leonardo DiCaprio, Russell Crowe, Mark Strong, Golshifteh Farahani, Oscar Isaac (Stati Uniti, 2008)
 
Ancora l'Iraq, il Medio Oriente e l'Occidente, il terrorismo, la tortura. L'agente, o la spia se preferite, che la pelle se la gioca ad ogni angolo di casbah; il burocrate, che da dietro la scrivania (ormai telecamera alla Grande Fratello, che scruta fino ai minimi dettagli dal satellite) conduce la danza da casa di mamma CIA. L'azione, ma più ancora la manipolazione. Tutto già visto, naturalmente; una ragione in più (in nome del “come” piuttosto del “cosa”) per riferirsi all'autore.

Dietro a un film come NESSUNA VERITÀ ci sono tre personaggi (e tre splendidi attori) a tradurre quanto sopra: Leonardo DiCaprio, che vive il fronte con tale intensità da portarsi in corpo qualche frammento di ossa dell'amico che gli è esploso accanto; l'utilmente sempre più sfatto (ufficialmente 23 chili in più) Russell Crowe, che da Washington cerca di fare il bello e il brutto accompagnando i figli a scuola. Più l'ottimo attore inglese Mark Strong, qui incaricato di perseverare la tradizione dell'orientale enigmatico dal quale ogni occidentale farà bene a diffidare; terzo doppiogiochista in opera, capo dei servizi segreti giordani, che dovrebbe permettere ai nostri di giungere al Ben Laden di turno. Ispirato al romanzo di uno che dovrebbe intendersene perchè specialista di quelle parti tribolate, l'inviato del Washington Post David Ignatius; meno arzigogolato di SYRIANA, se non nella sceneggiatura perlomeno nel montaggio del fedele Pietro Scalia, NESSUNA VERITÀ ha un vero, se non proprio solo, protagonista. Un cineasta fra i più brillanti e discontinui in circolazione da molti decenni, uno che con le ideologie spesso ci bisticcia, ma che l'arma della cinepresa sa come usarla.

È quella di Ridley Scott l'ombra che finisce per planare su tutto il film. Uno dei buoni dell'autore de IL GLADIATORE, imbevuto dell'efficacia realista di BLACK HAWK DOWN, sull'intervento degli americani a Mogadiscio nel 1993, che NESSUNA VERITÀ ricorda direttamente. Negli intrighi come nel dedalo di anfratti dietro ad ognuno dei quali si cela l'inganno, il regista mette in atto alla perfezione il rasoio sempre affilato del proprio sguardo: perlomeno fino a quando il ruolo del personaggio più riuscito (il subdolo burattinaio incarnato dallo specialista Russell Crowe) e le sequenze più esaltanti (le riprese intelligentemente voyeuristiche e di straordinaria nitidezza attraverso l'occhio del satellite) si normalizzano in una improbabile divagazione sentimentale e nel tradizionale processo da sgozzamento con gli incappucciati che precede l'arrivano i nostri.


   Il film in Internet (Google)

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